Bosa
Karrasegare Osinku
dal 24 febbraio 12 marzo 2011
Le tradizioni e la cultura popolare bosana, sia civili che religiose, offrono al visitatore momenti di grande suggestione. Il primo appuntamento dell'anno è quello del Carnevale, caratterizzato dalla satira e da un gusto grottesco che ogni anno attira molti visitatori curiosi.
Il Carnevale qui, come in tanti altri centri della Sardegna, è molto sentito, coinvolge tutta la comunità e mantiene il carattere di festa spontanea non organizzata.
I festeggiamenti cominciano una settimana prima del Giovedì grasso, quando vivaci gruppi di questua girano per le strade del centro intonando canti satirici in cambio di doni e cibo.
Ma la festa entra nel vivo negli ultimi quattro giorni che vedono protagonisti due maschere: "s'attitadora", una sorta di lamentatrice vestita a lutto, che dalla mattina intona lamenti funebri di argomento satirico e con esplicite allusioni sessuali, e i "giolzi", che entrano in scena la sera e correndo da una parte all'altra catturano ritualmente gli spettatori e gli altri Giolzi e illuminano loro i genitali con frasi allusive.
Il carnevale di Bosa è senza dubbio una delle feste più coinvolgenti, trasgressive ed esilaranti della Sardegna.
Le maschere tradizionali:
S'attitadora" rappresenta "s'attitidu" (lamento funebre). Una donna vestita a lutto simula un lamento funebre, condito con satira e chiare allusioni sessuali, che consiste nella richiesta di un "goccetto di latte" ("unu ticchirigheddu 'e latte") per la bambola che porta con sé, ovvero la figlia, che, trascurata dalla madre durante i bagordi notturni del carnevale, ha bisogno di succhiare. | |
La bambola è anche il pretesto per la costruzione di allegorie sessuali con l'esibizione di grotteschi organi genitali improvvisati con forme di pane, frutta e verdura (in particolare "s'aligalza", una grossa rapa che viene scolpita a seconda della fantasia di chi la esibisce). | |
Per realizzare la maschera vengono indossati abiti tradizionali da vedova: gonna nera e scialle e fazzoletto rigorosamente neri. Il volto viene annerito con fuliggine di sughero. | |
Gioldzi" è la maschera del buio. Al calar del sole i Gioldzi si vestono di bianco con un lenzuolo per mantello e una federa per copricapo. Le maschere si rincorrono urlando "Gioldzi! Gioldzi!" fino a catturare gli spettatori e gli altri Giolzi che vengono illuminati con lampioni ("sas pischeddas") come per cercare qualcosa nascosto sotto le gonne: anche in questo caso la sceneggiata ha chiare allusioni sessuali. |
La fine de carnevale è segnata dai numerosi roghi notturni sui quali si bruciano i fantocci.
info:
programma carnevale di Bosa 2011
Comune di Bosa, corso Garibaldi, 12
+390785 368000 368033
www.comune.bosa.nu.it
Associazione Carrasegare Osinku
c/o Giuseppe Pinna
viale Giovanni XXIII, Bosa
tel. 338 6381940
Associazione Turistica Pro Loco Melkiorre Melis
via Azuni 5, Bosa
0785 376107
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