sabato 29 gennaio 2011

Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - La Caletta - Villetta 500mt dal mare

SARDEGNA Sa Preta Ruja di Siniscola. Affittasi villetta per vacanze per 2/4/6 persone a 500mt dal mare in loc. Sa Preta Ruia (costa orientale sarda). 2camere da letto, soggiorno con angolo cottura, 2verande, bagno, doccia esterna, barbecue, posto auto, lavatrice, tv. Foto su http://www.sardegnavacanze.com
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 230,00Euro
Prezzo per 3/4 persone per l'intero periodo : 250,00Euro
Prezzo per 5/6 persone per l'intero periodo : 280,00Euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte su Blog Offerte Sardegna usufruire delle tariffe indicate).
Contattatemi anche se interessati per periodi diversi… i miei prezzi sono sempre molto vantaggiosi!!!

Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - Orosei - Appartamento 2min. dal mare

SARDEGNA Orosei. Affittasi Appartamento per vacanze ad Orosei in Sardegna, con giardino di 100mq da 2 a 6 persone. 2km dal mare. 2camere da letto, veranda, cucina, barbecue, bagno, lavatrice, tv, posto auto.
Foto su http://www.accommodationsardinia.com/casa_vacanze_orosei.htm
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 210,00Euro
Prezzo per 3/4 persone per l'intero periodo : 230,00Euro
Prezzo per 5/6 persone per l'intero periodo : 260,00Euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte sul Blog Offerte Sardegna per usufruire delle tariffe indicate).
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Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - Golfo di Orosei - Bilocale

SARDEGNA Irgoli (golfo di Orosei). Affittasi Appartamento in villa: giardino 900mq, area lavanderia, Bivano: 1camera da letto, cucina, bagno, terrazza 20mq. Foto su http://www.vacanzesardegna.org
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 200 euro
Prezzo per 3 persone per l'intero periodo : 210 euro
Prezzo per 4 persone per l'intero periodo : 220 euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
- l'uso della lavanderia comune dotata di lavatrici (5,00 euro a lavaggio).
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte su Blog Offerte Sardegna per usufruire delle tariffe indicate)

venerdì 28 gennaio 2011

Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - Golfo di Orosei - Monolocale

SARDEGNA Irgoli (golfo di Orosei). Affittasi Appartamento in villa: giardino 900mq, area lavanderia, Monolocale: Stanza con angolo cottura, bagno, 2 divani letto matrimoniali. Ideale per coppie o famiglie con max 2 bambini piccoli. Foto su http://www.vacanzesardegna.org/sa_dommitta.htm
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 180,00Euro
Prezzo per 3 persone per l'intero periodo : 200,00Euro
Prezzo per 4 persone per l'intero periodo : 220,00Euro

I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
- l'uso della lavanderia comune dotata di lavatrici (5,00 euro a lavaggio).
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte su Blog Offerte Sardegna per usufruire delle tariffe indicate).
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giovedì 27 gennaio 2011

Aperitivo di presentazione di 4 Percorsi Culturali

4 PERCORSI CULTURALI
I Quattro Elementi
Spazio Donna
Tarocchi Junghiani
Danze Sacre

DOVE
Ristorante Su Cabuniscu
Corso Vittorio Emanuele 189
Cagliari

QUANDO
31 gennaio 2011
ore 19.30

INGRESSO LIBERO

PER INFO
070/651379
347 5295765
carlaris@tiscali.it

Aperitivo di presentazione di 4 Percorsi Culturali
31 Gennaio 2011
Ore 19.30
Presso Ristorante SU CABUNISCU
Corso Vittorio Emanuele, 189- Cagliari
INGRESSO GRATUITO
Progetto condotto da
Dott.ssa Nappo Annamaria
Medico-Psicoterapeuta e Danzamovimentoterapeuta che da più di 30anni
studia e lavora con il linguaggio del corpo e dell'anima, cercando la
loro integrazione e loro armonia
Durante la serata verranno illustrati i seguenti percorsi:
I 4 ELEMENTI
La mappa del nostro paesaggio interiore; Danze in cerchio,
riflessioni, tecniche di rilassamento e immaginario per incontrare le
energie fondamentali che ci circondano e caratterizzano..
(Aria,Acqua,Fuoco,Terra) APERTO A TUTTI
SPAZIO DONNA
Le donne incontrano il femminile, che ognuna racchiude "dentro di Sé";
Un percorso che attraverso vari linguaggi ci farà avvicinare ai
simboli del femminile per scoprire che essere donna contiene :
impulsi, passioni, forza, razionalità, istinto, coraggio,
insicurezze..
Danze, riflessioni, musica, tecniche di rilassamento e
immaginario.-APERTO SOLO ALLE DONNE
TAROCCHI JUNGHIANI
Un viaggio verso l'anima…
I tarocchi sono un modo per arrivare a parlare con la parte più
profonda di noi; nel nostro cuore ci sono tutte le risposte che ci
servono e i tarocchi sono gli interpreti di questo linguaggio.
Seminario introduttivo, si avranno gli elementi per interpretare i
simboli rappresentati dai 22 Arcani Maggiori - APERTO A TUTTI
DANZE SACRE
In cerchio all'aperto, nei posto magici della Sardegna  per danzare:
-Gli Equinozi (Primavera, Autunno)
- I Solstizi (Estate,Inverno)
E per festeggiare con la natura i passaggi delle stagioni…e della vita..

ANCHE TOMAS TRUNSCHKA ALLA 4^ EDIZIONE

  
COMUNICATO STAMPA 2

ANCHE TOMAS TRUNSCHKA ALLA 4^ EDIZIONE


Ci sarà anche una forte rappresentanza della Repubblica Ceca alla 4^ edizione del Rally di Sardegna bike in programma in Ogliastra dal 12 al 18 giugno 2011. Infatti, hanno confermato la presenza ai nastri di partenza i team Nannini e il team Lannutti che schierano alcuni dei più forti specialisti delle più dure gare di mountain bike. In particolare il team caffè Nannini sarà in Ogliastra con Ludmila Damková (3 volte seconda all'Ironbike, un 1° posto in Coppa Euro Masters nel 2007, un 3° posto all'Euro Bike Extremis e con diverse partecipazioni a gare internazionali come Cristalp, Dolomitisuperbike, Swiss Bike Masters, Kitz Alp Bike, Eiger Bike Challenge, Rally di Sardegna Bike, TransSchwarzwald) e Tomas Trunschka (2° posto all'Ironbike 2010, 3° posto al Crocodile Trophy (Autsralia), un 1° e un 3° posto Salzkamergut (Austria) 215 km, un 2° e un 3° posto in Coppa del Mondo Ciclocross, Campione della Repubblica Ceca 24 ore. Vincitore della Coppa Ciclocross.
Sono annunciate anche importanti presenze di altre nazioni europee.



Ufficio Stampa
Servizi Stampa Sardegna
+ 39 335-59.58.217
+ 39 335-65.93.783


Organizzazione:
M.C. Sardegna
Tel + 39 070-65.35.26
Tel + 349-51.64.713
Fax + 39 070-33.09.947
mail:
info@rallydisardegnabike.it
www.rallydisardegnabike.it

lunedì 24 gennaio 2011

Sa Sartiglia


Oristano
Sa Sartiglia
6 - 8 marzo 2011 

vedi anche carnalvale in Sardegna

E' la festa tradizionale sarda più nota e richiama migliaia di persone. Introdotta, sembra, nel1350 da Mariano II per festeggiare le nozze con la figlia del capo della flotta Pisana,

consiste in un gioco di derivazione spagnola, preso in prestito dai mori (lo spagnolo "sartija" significa "anello", e in sardo "stella" o "sortilegio"); anche nel resto d'Italia, infatti tra la I e la III crociata, si diffuse questo tipo di gara (es.: la "Corsa del Saracino" di Arezzo, il "Palio" di Siena).
Due tradizioni si uniscono nella Sartiglia: da un lato quella del cavalleresco torneo equestre, dall'altra quella ancestrale, pagana e popolare che celebra il rito della fertilità della terra.

Il 2 febbraio, giorno della Candelora (purificazione della Madonna) la Sartiglia ha inizio con la decisiva scelta del capo corsa ("su Componidori", dal componedor capo della srtija spagnola): se al galoppo riuscirà a infilare con la spada una stella appesa a un filo in mezzo alla strada, il raccolto sarà abbondante.
Dall'esito della prova dipenderanno la ricchezza dell'annata e la sopravvivenza della comunità agro-pastorale.
 
Data l'estrema importanza della prova, la selezione del cavaliere e del cavallo avvengono con la massima cura. Non a caso, proprio in questo periodo hanno luogo le mostre dei migliori cavalli del Campidano e del Montiferru.

La vestizione:

L'ultima domenica di Carnevale, giorno della gara, inizia il lunghissimo rituale della vestizione: a mezzogiorno il "Componidori" viene condotto nel luogo prescelto, chiuso nella parte posteriore e aperto sul davanti, affinché la folla radunatasi possa di assistere alla cerimonia.
Da questo momento in poi il "Componidori", seduto su una sedia posta sopra un tavolo, non potrà più toccare terra con i piedi fino al momento in cui lui stesso non dichiarerà terminata la festa.

Ora le donne-maghe ("is massaieddas", un tempo fanciulle vergini) si prendono cura del capo-corsa, sotto la guida attenta della più anziana "massaia manna": operano su di lui un potente incantesimo e lo vestono secondo un immutato rituale sacro, fatto di silenzi e gesti antichi.

Le donne cuciono sulle vesti maschili una camicia bianca senza bottoni, mentre il volto del "componidori" viene avvolto da bende bianche, e solo allora "sa massaia manna" lo ricopre con una enigmatica maschera femminile e gli poggia sul capo un velo da sposa e un cilindro nero.



Il cavaliere è ora metà donna
(parte superiore del corpo) e metà uomo.
Divenuto androgino, il "Componidori" viene issato sul cavallo e mostrato alla folla con il mazzolino di viole e pervinche ("sa pippia de maiu": la bambina di maggio), simbolo dell'imminente primavera, con il quale benedirà la folla.
Nel momento in cui il "Componidori" sale in sella, campane e trombe cominciano a suonare e il suono ritmico e quasi ossessivo dei tamburi accompagna tutte le fasi della cerimonia.

In corteo, insieme agli altri cavalieri che indossano la stessa maschera da donna, il Componidori raggiunge il luogo della corsa.
A un segnale convenuto dovrà lanciarsi al galoppo per la via che costeggia l'arcivescovado e la cattedrale e

in piena corsa infilare la spada nel minuscolo foro al centro della stella appesa ad un filo. Compiuta l'impresa tornerà verso la folla mostrando il trofeo. Gli altri cavalieri ne imiteranno le gesta, ma il valore simbolico non sarà lo stesso. Accompagnato da una folla osannante o ingiuriante (secondo l'esito della prova),

a questo punto il corteo si dirigerà oltre la cerchia delle mura, dove i cavalieri mascherati del seguito, disposti in pariglie, si esibiranno in spericolate esibizioni di destrezza.
I giochi equestri s'interrompono al tramonto a un cenno del "Componidori" e al suo seguito il corteo torna alla Cattedrale.

Qui il "Componidori" per un'ultima volta benedice la folla che grida: "Atterus annus mellus" (meglio per altri anni).

Il corteo riparte per ricondurre il "Componidori" nel luogo dove le donne ritualmente procederanno alla svestizione, alla presenza di pochi intimi. L'incantesimo è finito e "su Componidori" torna ad essere solo un uomo.

sartiglia 546° Edizione delle Sartiglia
Programma della Sartiglia di Oristano

Marzo 2011
DOMENICA 6 MARZO





Gremio dei Contadini
di San Giovanni
Ore 10,00 - Bando
Ore 12,00 - Vestizione
Ore 13,00 - Sfilata del Corteo
Ore 13,30
- Corsa alla stella
Ore 17,00
- Pariglie
Ore 19,00 - Svestizione
LUNEDI 7 MARZO
Sa Sartigliedda
MARTEDÌ 8 MARZO





Gremio dei Falegnami
di San Giuseppe
Ore 10,00 - Bando
Ore 12,00 - Vestizione
Ore 13,00 - Sfilata del Corteo
Ore 13,30 - Corsa alla stella
Ore 17,00 - Pariglie
Ore 19,00 - Svestizione
 
info:
www.sartiglia.info

Santulussurgiu - Sa Carrela'e Nanti


 

Il Carnevale di Santulussurgiu, paese dalle antiche tradizioni equestri, è incentrato sulle spettacolari corse a pariglia di Domenica e Martedì.

Sa Carrela'e Nanti, la strada principale del centro storico, è il percorso di circa un chilometro lungo il quale i cavalieri gareggiano in destrezza e perfezione: con il volto mascherato o dipinto e abiti multicolori o costumi tradizionali,

le coppie devono cercare di partire, correre e arrivare al traguardo con il massimo della sincronia e dell'affiatamento.


Il pubblico partecipa vivacemente, giudicando cavalli e cavalieri, e vive con allegria l'atmosfera della festa. Tradizionale é l'offerta e la degustazione del vino delle ultime vendemmie.

Karrasegare Osinku

Bosa
Karrasegare Osinku
dal 24 febbraio 12 marzo 2011

Le tradizioni e la cultura popolare bosana, sia civili che religiose, offrono al visitatore momenti di grande suggestione. Il primo appuntamento dell'anno è quello del Carnevale, caratterizzato dalla satira e da un gusto grottesco che ogni anno attira molti visitatori curiosi.

Il Carnevale qui, come in tanti altri centri della Sardegna, è molto sentito, coinvolge tutta la comunità e mantiene il carattere di festa spontanea non organizzata.

I festeggiamenti cominciano una settimana prima del Giovedì grasso, quando vivaci gruppi di questua girano per le strade del centro intonando canti satirici in cambio di doni e cibo.

Ma la festa entra nel vivo negli ultimi quattro giorni che vedono protagonisti due maschere: "s'attitadora", una sorta di lamentatrice vestita a lutto, che dalla mattina intona lamenti funebri di argomento satirico e con esplicite allusioni sessuali, e i "giolzi", che entrano in scena la sera e correndo da una parte all'altra catturano ritualmente gli spettatori e gli altri Giolzi e illuminano loro i genitali con frasi allusive.

Il carnevale di Bosa è senza dubbio una delle feste più coinvolgenti, trasgressive ed esilaranti della Sardegna.

Le maschere tradizionali:

S'attitadora"
rappresenta "s'attitidu" (lamento funebre).
Una donna vestita a lutto simula un lamento funebre, condito con satira e chiare allusioni sessuali, che consiste nella richiesta di un "goccetto di latte" ("unu ticchirigheddu 'e latte") per la bambola che porta con sé, ovvero la figlia, che, trascurata dalla madre durante i bagordi notturni del carnevale, ha bisogno di succhiare.

La bambola è anche il pretesto per la costruzione di allegorie sessuali con l'esibizione di grotteschi organi genitali improvvisati con forme di pane, frutta e verdura (in particolare "s'aligalza", una grossa rapa che viene scolpita a seconda della fantasia di chi la esibisce).

Per realizzare la maschera vengono indossati abiti tradizionali da vedova: gonna nera e scialle e fazzoletto rigorosamente neri. Il volto viene annerito con fuliggine di sughero.

Gioldzi"
è la maschera del buio.
Al calar del sole i Gioldzi si vestono di bianco con un lenzuolo per mantello e una federa per copricapo. Le maschere si rincorrono urlando "Gioldzi! Gioldzi!" fino a catturare gli spettatori e gli altri Giolzi che vengono illuminati con lampioni ("sas pischeddas") come per cercare qualcosa nascosto sotto le gonne: anche in questo caso la sceneggiata ha chiare allusioni sessuali.


 La fine de carnevale è segnata dai numerosi roghi notturni sui quali si bruciano i fantocci.

info:
programma carnevale di Bosa 2011


Comune di Bosa, corso Garibaldi, 12
+390785 368000 368033
www.comune.bosa.nu.it

Associazione Carrasegare Osinku
c/o Giuseppe Pinna
viale Giovanni XXIII, Bosa
tel. 338 6381940

Associazione Turistica Pro Loco Melkiorre Melis
via Azuni 5, Bosa
0785 376107

Carnevale - Gavoi

Gavoi

A Gavoi, paese della Barbagia che si affaccia sul lago di Gusana, il carnevale è segnato da una serie di eventi caratteristici che coinvolgono turisti e cittadini, dal giovedì grasso all'alba del mercoledì successivo.



Il carnevale di Gavoi inizia il giovedì grasso, "jobia lardajola" (così chiamato perché in questa occasione si preparavano le fave con il lardo), con "sa sortilla 'e tumbarinos", il raduno di centinaia di tamburini.

Gli strumenti sono costruiti interamente a mano con pelli di capra e pecora; anticamente si adoperavano anche le pelli di cane o d'asino.




Per la realizzazione dei tamburi si riutilizzano i setacci per la farina o le forme in legno per il pecorino o i vecchi secchi di sughero usati per la mungitura e per cagliare il formaggio ("sos malùnes") o i grandi contenitori per conservare il grano ("sos majos").

Il carnevale gavoese ha origini antiche: deriva probabilmente dai riti in onore di Dionisio, il dio delle forze vitali e del ciclo della natura, che insegnò agli uomini l'arte di ottenere il vino.

info:
Comune di Gavoi , piazza Santa Croce
+39784 53120
www.comune.gavoi.nu.it

Associazione Turistica Pro Loco
via Roma 190, Gavoi
0784 53400 - 340 8495083

Associazione Culturale Tumbarinos
via Roma 68, Gavoi
tel. 0784 53221 - 348 5113473
www.tumbarinos.it

Carnevale mamoiadino



Il carnevale di Mamoiada è uno degli eventi più celebri del folclore sardo.
Le maschere tradizionali di questo carnevale sono i "mamuthones" e gli "issohadores", che fanno la loro apparizione in occasione della festa di Sant'Antonio, tra il 16 e il 17 gennaio, poi la domenica di carnevale e il martedì grasso.


Le origini del carnevale di Mamoiada, conosciuto anche come "la danza dei mamuthones", sono oscure; molte sono le ipotesi che sono state avanzate, nessuna effettivamente dimostrabile. Secondo alcuni, il rito risalirebbe all'età nuragica, nato come gesto di venerazione degli animali, per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto.

I "mamuthones" e gli "issohadores" sono le tipiche maschere del carnevale di Mamoiada in Sardegna.
Sono due figure diverse per abbigliamento e movenze, ma nella rappresentazione svolgono lo stesso ruolo. L'intera comunità è coinvolta nella preparazione delle maschere, data l'importanza dell'evento e del risultato.

Il "mamuthone":
il volto è coperto dalla maschera lignea nera ("sa visera"), fissata con cinghiette di cuoio, il capo è avvolto in un fazzoletto femminile, mentre il corpo è rivestito di pelle di pecora nera o bianca ("sa mastruca").
Sulle spalle il mamuthone porta una gran quantità di campanacci sistemati in modo particolare ("sa garriga").

Vari sono i legni impiegati oggi (anticamente si usava il pero selvatico) per intagliare le maschere che poi vengono annerite: fico, ontano, olmo, castagno, noce.

Lo "Issohadore":
è una maschera complementare a quella del "mamuthone".
Il suo abbigliamento ("veste'e turcu" - vestito da turco - per gli anziani di Mamoiada) attualmente prevede: la "berritta" sarda nera legata al mento con un fazzoletto variamente colorato, i larghi pantaloni e la camicia di tela bianchi, le sopraccalze di lana nera e il corpetto rosso del costume tradizionale maschile; a tracolla porta una cinghia in pelle e stoffa corredata di piccoli sonagli; legato alla vita, con un lembo sciolto lungo la gamba sinistra, uno scialle, o ampio fazzoletto con bellissimi ricami colorati.

Ultimamente è stato ripristinato l'uso della "visera crara", una maschera chiara dai lineamenti fini, da alcuni indicata come "maschera de Santu" (o "de Santa) e da altri come "maschera limpia" (pulita o semplicemente bella).

Il carnevale mamoiadino
A Mamoiada si usa dire che "senza mamuthones e issohadores non c'è carnevale": la loro esibizione è l'evento più importante, il simbolo del Carnevale, e al tempo stesso allegria e auspicio di tempi propizi.

Questa "processione danzata" (come la definì l'etnologo R. Marchi negli anni '40) non ricorda certo un'esibizione carnascialesca: la compostezza e il silenzio dei partecipanti, il loro incedere ordinato e solenne, il passo cadenzato e ritmato dal suono dei campacci scossi sulle spalle, tutto l'insieme rimanda piuttosto all'atmosfera del rito religioso.

La sfilata, dal pomeriggio fino a tarda sera, richede una notevole quantità di energia, dato il peso delle "garrigas" sulle spalle. Vuoi per il fatto che le cinghie dei campanacci comprimono il torace, vuoi perché il digiuno (come negli antichi misteri) fa parte del rito di preparazione, i mamuthones e gli issohadores mangiano e bevono poco prima del corteo.

Composizione della sfilata
Il gruppo della sfilata, composto tradizionalmente da 12/14 mamuthones e 8/10 issohadores, avanza in modo assolutamente preordinato:

i mamuthones, rigorosamente disposti su due file parallele, incedono lentamente, cadenzando il passo con forti colpi di campanacci, mentre gli issohadores, disposti come per proteggere il gruppo in avanguardia, retroguardia e all'esterno delle file, si muovono rapidissimi in ogni direzione, lanciando la fune ("soha") verso il pubblico per catturare nuove prede.



Le due figure, caratterizzate sia dal diverso abbigliamento che dal modo di muoversi, si esibiscono contemporaneamente.

Questa sorta di corteo procede lento, imponente, inarrestabile, ed esercita sui presenti una grande suggestione, quasi un fascino ipnotico.

I movimenti
Il passo dei mamuthones è ovviamente diverso da quello degli issohadores, ma non discordante.
Il passo lento e cadenzato dei primi è in qualche modo un movimento obbligato, dovuto al peso delle attrezzature e alla necessità di far risuonare tutti i campanacci.

Ogni lento passo del mamuthone, cadenzato dal suono dei campanacci sulla schiena, scossi con una sorta di saltello e di rotazione delle spalle (una volta a destra e una volta a sinistra), viene eseguito in perfertta sincronia col resto del gruppo, in modo tale da produrre un unico imponente frastuono all'unisono.

La ripetizione della cadenza viene interrotta dopo un certo numero di passi da una serie di tre piccoli salti e relativi clangori delle "garrigas".

Gli issohadores, al contrario, si muovono con passi agili, leggeri e veloci, pur mantenendo la posizione nel corteo, e lanciano di tanto in tanto "sa soha" (il laccio) all'esterno del gruppo per catturare il prescelto tra la folla, che viene delicatamente tratto verso il corteo.

La bravura dell'issohadore sta proprio nel riuscire a catturare le "prede" con questa originale fune di giunco intrecciato. "Sa soha", infatti, essendo molto più leggera, è molto più difficilmente governabile delle tradizionali funi di pelle o canapo e rende molto più impegnativi il lancio e il centro dell'obiettivo; perciò solitamente viene bagnata prima della sfilata.
Durante questi movimenti gli issohadores possono scambiare qualche parola con la gente che li circonda, mentre i mamuthones restano muti per tutto il percorso della processione.


info:
Comune di Mamoiada , corso Vittorio Emanuele III 50, Mamoiada
+39784 56023 - fax 0784 56700
www.museodellemaschere.it

Associazione turistica Pro loco Mamoiada
Mamuthones, Issohadores e gruppo di ballo
via Sardegna 13, Mamoiada
+39784 569032 - 334 5940764
0784 569032
mamuthonesmamoiada@tiscali.it
www.mamuthonesmamoiada.it

Carnevale tradizionale - Fonni

Fonni

Il carnevale di Fonni è caratterizzato dalle antiche maschere de "s'urthu" e "sos buttudos" che rappresentano la lotta quotidiana dell'uomo contro gli elementi della natura.


"S'urthu" (l'animale) è vestito di pelli di montone o di caprone di colore bianco o nero, ha un" grosso campanaccio legato al collo, la faccia annerita dal sughero carbonizzato ("s'inthiveddu"), ed è tenuto al guinzaglio con una rumorosa catena di ferro.


"sos buttudos" (gli uomini/domatori) indossano un cappotto di orbace, sopra abiti di velluto, scarponi e gambali di cuoio, sulle spalle i campanacci ("sonaggias").


"S'urthu", l'orso, non smette di lottare per liberarsi dalle catene, e continua ad aggredire gli uomini e le cose che incontra sul suo cammino, ad arrampicarsi ovunque capiti, siano alberi o balconi, ad avventantarsi sulle persone, soprattutto sulle ragazze, che subiscono le sue esuberanze, mentre "sos buttudos" tentano di domarlo.

info:
Comune di Fonni , via San Pietro 4, Fonni
+390784 591300
www.comune-fonni.it
Associazione Sos Urthos
c/o Ex Scuola Logotza, Fonni
347 9623478

Il carnevale nuorese



Il carnevale a Nuoro prevede ogni anno una serie di eventi che si svolgono nelle vie del centro e che coinvolgono la popolazione ed i turisti.

Come in molti paesi della Barbagia, anche a Nuoro la festa si apre il 16 gennaio con i falò in onore di Sant'Antonio Abate: sarà premiato il fuoco più bello per magnificenza e per coinvolgimento della comunità.

Oltre al carnevale dei bambini, che ha luogo il 2 febbraio, e ai tradizionali balli in piazza, vengono organizzate altre attività (cacce al tesoro, eventi di spettacolo, concorsi ecc.) che possono variare di edizione in edizione.

La manifestazione prevede poi una sfilata per le vie del centro, a cui partecipano le maschere tradizionali della Barbagia, fra le quali i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada, i Thurpos di Orotelli, i Bundos di Orani, i Tumbarinos di Gavoi.

info:
Comune di Nuoro , via Dante 44, Nuoro
0784 216700
www.comune.nuoro.it

Carrasciali Timpiesu

 

Il carnevale di Tempio Pausania comincia il giovedì grasso con l'entrata trionfale in città del fantoccio di Re Giorgio. La domenica si celebra il matrimonio tra Re Giorgio e la popolana Mannena, di solito abbigliata in modo audace; come vuole la tradizione. Mannena darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il successivo carnevale.


La sfilata dei carri allegorici del carnevale tempiese ha luogo per la prima volta nel 1956.

Il personaggio principale è "Giorgio", un tempo chiamato Jolgliu Puntogliu, oggi invece "Sua Maestà Re Giorgio", che rappresenta il potere in tutte le sue forme.

Per sei giorni Re Giorgio è osannato, onorato e adulato, ma il martedì grasso, colpevole di rappresentare tutti i mali della città, viene processato e bruciato sulla pubblica piazza. Si ripete così l'antico rito del fuoco che preannuncia la fine dell'inverno e l'arrivo della primavera.



 



Col tradizionale rogo di Re Giorgio si chiude il carnevale; la folla attende il verdetto per poi lanciarsi in applausi liberatori: ardendo sul rogo, il fantoccio porterà con sé tutti i guai che nel corso dell'anno si sono abbattuti sulla città.

Oggi il fantoccio di Sua Maestà Re Giorgio può rappresentare il padrone, il sindaco, l'assessore o il Presidente del Consiglio o della Repubblica. Re Giorgio è la causa di tutti i mali della città, ma partecipare alle sue vicende consente di ironizzare in modo liberatorio sulla vita stessa e i suoi problemi.

info:
Comune Tempio Pausania , piazza Gallura 1
079 679999
www.comune.tempiopausania.ss.it

Associazione Carnevale Tempiese
via Val Tidone 1, Tempio Pausania
www.carnevaletempiese.it

Associazione Turistica Pro loco
piazza Gallura 1, Tempio Pausania
079 631273

Il Carnevale di Olzai



Dalla domenica di carnevale fino al mercoledì delle Ceneri e la domenica della pentolaccia, le strade del paese vengono animate dalle tre maschere caratteristiche del carnevale olzaese: Sos Intintos, Sos Murronarzos e Sos Maimones.

Il carnevale di Olzai ha la particolarità di proseguire oltre la tradizionale data di chiusura delle manifestazioni carnascialesche: i festeggiamenti si protraggono, infatti, fino alla domenica successiva.






Come la maggior parte dei carnevali sardi, anche il carnevale di Olzai affonda le sue origini nelle più antiche tradizioni agro-pastorali.

Le sue maschere e i suoi rituali tramandano fino ai nostri giorni l'atavica lotta dell'uomo con la natura per la produttività dei campi e per la sopravvivenza degli animali e delle proprie famiglie.

 

I riti del carnevale ripropongono le paure del remoto passato e le ansie di allontanare il male, in particolare la carestia.


info:
Comune di Olzai, corso Vittorio Emanuele 15, Olzai
0784 55001
www.comune.olzai.nu.it

Pro Loco "Bisine"
via Sant'Antonio, Olzai
346 3146374

Gruppo Maschere "Maimones, Murronarzos e Intintos"
P. Neppi 1, Olzai
tel. 0784 55065

Carnevale oniferese



Le celebrazioni del Carnevale ad Oniferi, come in altri paesi della Barbagia, hanno inizio il 16 gennaio, in occasione della festa di Sant'Antonio. Nei rioni del paese vengono accesi falò in onore del Santo mentre in piazza hanno inizio i tradizionali balli.

Sos Maimones
Protagonisti del carnevale oniferese sono "sos Maimones" maschere tipiche che, a differenza di altri personaggi dei carnevali barbaricini, non coprono il viso con travestimenti lignei, ma lo rendono irriconoscibile annerendolo con la fuliggine ricavata dal sughero bruciato. Durante il XX secolo la maschera ha assunto un carattere goliardico, pertanto si incontrano anche Maimones con il volto solo parzialmente dipinto.

Momento particolarmente suggestivo è la vestizione di "sos Maimones" che si svolge all'interno dell'antica capanna utilizzata dai pastori, detta "su pinnetu", costruita in pietra con un caratteristico tetto di frasca.

La figura maschile indossa l'abito tipico del pastore sardo in velluto nero, marrone o comunque scuro con camicia bianca senza colletto, "cambales", scarponi in pelle e "su bonette", ovvero un cappello in velluto, preferibilmente di piccole dimensioni, tradizionalmente portato pendente a lato della fronte.
Completano l'abbigliamento altri capi, sempre tipici della cultura agro–pastorale, quali: "su saccu'e fresi" o "furesi" (mantella con cappuccio tessuta in orbace, stoffa, quest'ultima, ottenuta dalla tessitura fine della lana degli ovini), "su gabbanu" (pesante pastrano anch'esso in orbace) o, in alternativa, "sas peddas" (pelli di montone o agnello lavorate con o senza pelo).

La figura femminile, necessariamente impersonata da soggetti maschili, integra l'abbigliamento con scialli o "su freseddu" (piccola mantella in orbace priva di cappuccio) ed ancora con gonne e "su muccadore nigheddu" (fazzoletto nero) che viene legato sul tipico berretto.
Dopo la benedizione del fuoco e l'accensione dei falò, le maschere fanno il giro del paese portando in groppa ad un asino un fantoccio antropomorfo, a rappresentare l'uomo che fatica nei campi, il cui viso è costituito da una foglia di fico d'india fissata su una damigiana o in "sa lama'e su latte" (contenitore metallico sagomato per il trasporto del latte sulla groppa degli asini), entrambi ricoperti da un mantello d'orbace ("su saccu").
Spesso anche l'asino viene mascherato con corna di diverse dimensioni.

La maschera di su Maimone gira di casa in casa accettando la genuina ospitalità sarda e caricando "sas bertulas", bisacce tessute in orbace, di ricchi dolci carnascialeschi quali: "cathas" (frittelle), "rujolos" (dolcetti a base di ricotta soffritta, simili a piccole polpette) e ogni altra leccornia che, insieme al vino versato nella damigiana raffigurante il fantoccio Maimone, possa servire a far festa.
Tradizionalmente vengono visitate anche le abitazioni in cui vivono persone in difficoltà per rallegrarne l'atmosfera.

Successivamente, in piazza, tra un ballo e l'altro al suono dell'organetto a bocca, o a mantice, accompagnato dal canto a tenores, il cibo viene consumato da tutta la comunità.


Il Carnevale oniferese è caratterizzato dalla messa in scena, per le vie del paese, di una serie di situazioni della vita reale: le difficoltà, la sofferenza e la morte sono interpretate da "sos Maimones", che le ridicolizzano al fine di scongiurarle.


Tra le situazioni rappresentate si ricorda "sa parthi burra" (divisione della coperta matrimoniale attraverso la rappresentazione di una sorta di separazione coniugale in cui, inscenando uno scandalo per strada, si divide, per l'appunto, il misero avere in orbace); "s'ammuttu" (tradizionale canto per il morto eseguito dalle prefiche e per l'occasione reso burlesco dalle maschere che piangono il compagno morto a causa di una forte bevuta, e successivamente risorto grazie ad un ulteriore bicchiere di vino), e "sa ilonzana" (donna che fila la lana).

Ancora con l'estrazione di "sos bullettes de sa fortuna" (biglietti contenuti in una giara di sughero o legno) si dà vita ad una lotteria che, con intento burlesco, a seconda della vena poetica del momento, augura ogni tipo di futuro.


info:
Comune di Oniferi
piazza del Popolo, 2
tel. 0784 70051 70284

Orani: il carnevale dei Bundos



Il Carnevale inizia il 16 gennaio, vigilia della festa di Sant'Antonio, con l'accensione dei fuochi nei vari rioni.

Protagonista è su Bundu (sos Bundos), maschera che indossa gli abiti tipici del contadino: un cappotto largo e lungo, la camicia, i pantaloni di velluto e i gambali di cuoio.
La maschera che gli copre il volto è di sughero colorato di rosso, ha lunghe corna, un grosso naso, pizzo e baffi, e raffigura un essere metà uomo e metà animale.





I Bundos, durante il corteo, mimano il rito della semina impugnando "su trivuthu", un forcone di legno e accompagnandosi con gesti rituali e un gran vocio.

Il carnevale dei Bundos, pur riallacciandosi alle antiche credenze contadine, ha probabilmente origini successive rispetto agli altri più noti carnevali barbaricini.








Su Bundu è una creatura metà umana e metà bovina; il colore rosso della maschera che gli copriva il volto in origine veniva ottenuto proprio con il sangue di bue, mentre il loro forcone, "su trivuthu", simboleggiava le origini contadine.

La festa inizia il 17 gennaio, giorno consacrato a Sant'Antonio Abate, quando i Bundos visitano i tradizionali fuochi e alle maschere viene offerto "su pistiddu", il dolce tipico di questa festività e benedetto durante la processione.
Il dolce è offerto anche a tutti i presenti e portato nelle case dei malati e a tredici persone di nome di Antonio.

info:
Comune di Orani, piazza Italia 1, Orani
0784 74462
www.orani.it

Associazione Turistica Pro Loco - Orani
piazza Italia, Orani
340 6013894 - 348 9232556

Carnevale Sangavinese

 

Ogni anno nel periodo di carnevale la cittadina di San Gavino Monreale ospita una numerosa folla di persone, che accorrono per partecipare ad una delle feste più popolari del Medio Campidano: il carnevale sangavinese. Riscoperto dall'amministrazione comunale e dalla Pro loco circa quindici anni fa, da allora viene ripetuto ogni anno, registrando un successo sempre maggiore. A caratterizzare il carnevale sangavinese è il rito che vede come protagonista il fantoccio di cartapesta.

Nel passato il carnevale di San Gavino Monreale era organizzato da un'associazione chiamata "Su Babballotti", che prende il nome dal pupazzo di cartapesta simbolo locale del carnevale. "Su Babballotti" raffigura il dono che viene offerto in sacrificio e sul quale si scaricano tutte le colpe collettive e individuali commesse durante tutto l'anno, in particolare le trasgressioni compiute durante i giorni di carnevale. Oggi l'allestimento dei carri e l'organizzazione della manifestazione sono in mano a numerosi artisti locali. Grazie al loro lavoro d'eccellenza, che ha inizio sin dal mese di settembre, durante la sfilata si possono ammirare autentiche opere d'arte che possono competere coi carri di più famose e analoghe sfilate carnascialesche nazionali. Il carnevale di San Gavino Monreale vede come organizzatori e protagonisti noti gruppi storici, come Fibra Ottica, Anno Zero e Revolution che trasformano i carri in dei veri e propri palcoscenici mobili all'interno dei quali centinaia di giovani si scatenano in balli e canti al fine di accaparrarsi i giudizi positivi e i voti di una attenta giuria. La tradizione vuole che il trofeo del carnevale sia "su Torraponi", la coppa messa in palio ogni anno per il carro più bello. I gruppi che per tre anni, anche non consecutivi, vincono il primo premio possono tenere la coppa fino al carnevale successivo.

Carnevale de Sos Thurpos



Come gli altri carnevali sardi di ambiente agropastorale, il carnevale di Orotelli ripropone il capovolgimento del rapporto uomo-animale, e la lotta dell'uomo contro la natura, con un rituale di propiziazione della pioggia e della fertilità della terra.


Il carnevale viene però tradizionalmente letto come rappresentazione del rapporto proprietario terriero-bracciante. L'occasione consentiva eccezionalmente ai braccianti di Orotelli di mimare l'autorità dei "padroni", senza doverne subire le conseguenze. Le persone più ricche del paese venivano inoltre "catturate" e costrette ad offrire da bere.
Il capovolgimento dei ruoli dava una così una temporanea rivincita ai più deboli.

I riti del Carnevale orotellese
I protagonisti del Carnevale di Orotelli sono i Thurpos, che inscenano diverse situazioni legate alla tradizione contadina: Su Thurpu Voinarzu (il contadino) che deve governare i testardi Thurpos Boes (i buoi); i Thurpos seminatori che spargono crusca lungo il cammino; Su Thurpu Vrailarzu (il fabbro) che ferra Su Thurpu Boe, e Su Thurpu che accende il fuoco con un acciarino, una pietra focaia e un cornetto di bue pieno di midollo di ferula secca ("corru esca").
Durante la sfilata all'improvviso Sos Thurpos si avventano sul pubblico, rendendolo così partecipe del "gioco".
Mimando il comportamento dei buoi, catturano ("sa tenta") qualche conoscente privo di maschera e lo costringono ad offrire loro da bere.

Il
martedì di carnevale i ruoli si invertono, saranno i Thurpos ad offrire da bere agli spettatori.
La rappresentazione si conclude nella
piazza del paese, dove tutti prendono parte a su ballu de Sos Thurpos.
Sos Thurpos (ciechi, storpi) è una delle maschere più importanti della tradizione contadina; si presenta a viso scoperto, vestito con un abito di velluto, i gambali di cuoio ("sos cambales"), e un lungo pastrano ("su gabbanu") di nero orbace, quello che un tempo veniva utilizzato dal pastore durante la stagione invernale.



A tracolla porta una bandoliera di campanacci, il volto è coperto di fuliggine ed è nascosto da un grande cappuccio che scende fino al naso.
Sughero e campanacci vengono utilizzati per allontanare gli spiriti maligni.

 


info:
Associazione Turistica Pro Loco
piazza sant'Antonio, Orotelli
329 4487298 - 347 9240316

Comune di Orotelli
corso Vittorio Emanuele, 74
0784 79820

Carrasegare de Otzana

 

Il carnevale di Ottana rimanda ad un mondo sardo arcaico e ai suoi valori agropastorali, perpetuando una tradizione mai interrotta e radicatasi nei suoi caratteri originari per il lungo isolamento in cui è vissuto il paese.

È una delle ricorrenze più attese dalla popolazione, che partecipa attivamente dimostrando un profondo senso di appartenenza alla propria cultura.
Le maschere descrivono, con interpretazioni spontanee in una sorta di canovaccio, personaggi, ruoli e situazioni della vita del contadino, quali l'aratura, la semina, il raccolto, e del pastore, come la cura, la domatura, la malattia, la morte degli animali.

L'elemento caratterizzante è rappresentato dalle maschere dei Merdùles e dei Boes, ma anche di altri animali, quali Porcos, Molentes, Crappolos.

Sos Merdùles
"Sos Merdùles", ossia gli uomini, i contadini, sono vestiti con mastruche (pelli bianche o nere) o con vecchi abiti della tradizione locale, hanno il viso coperto da maschere lignee, dai tratti spesso deformati, forse per raffigurare la fatica del lavoro e della vita nei campi.

Procedono lentamente, ricurvi, portando sulle spalle "sa taschedda", una sorta di zaino in pelle atto a contenere pane e companatico. Tengono con una mano le redini ("sas soccas") cui sono legati i Boes, uno o più di uno, e con l'altra mano si appoggiano ad una sorta di bastone che usano anche per tenere a bada i Boes.


Parlano, si lamentano della loro sorte ed esortano spesso gli astanti a tenersi lontani dal pericolo: "appartadeboche po su voe" (allontanatevi perché stanno passando i buoi e può essere pericoloso).
Talvolta il Merdùle è un uomo travestito da donna e rappresenta la difficoltà di una vedova nell'affrontare il lavoro dei campi, talaltra si può presentare con "sas soccas armugoddu" (le redini a tracolla), pronto a prendere al laccio, "issoccare", i Boes che gli passano vicino. Procedono con passo claudicante, stanco e sgraziato.

Sos Boes
"Sos Boes" indossano pelli di pecora o vecchi abiti  della tradizione locale e portano in spalla, a mo' di bandoliera, una cintola, generalmente di cuoio, dalla quale pendono dei campanacci, "sonazas", di lamiera e di bronzo.

Sono tenuti dalle redini del Merdùle, il viso coperto da "sas caratzas": maschere di legno intagliato con sembianze bovine, corna più o meno lunghe dove non è raro vedere infilate "sas gatzas" (una sorta di frittelle di semola impastata con l'acqua, fatta lievitare e fritta nell'olio bollente), due foglie che decorano gli zigomi e una stella sulla fronte (la stella rappresenta, in realtà, il marchio distintivo di un vecchio artigiano locale ormai scomparso).
Procedono saltando a ritmo cadenzato dal suono dei campanacci, ogni tanto si fermano per inscenare una ribellione, buttandosi per terra o agitandosi e creando scompiglio tra la gente.
Sos Porcos e Sos Molentes
"Sos Porcos" e "sos Molentes", maschere di maiale e di asino, sono presenti nel carnevale, ma in minor numero.





Il maiale, vestito di pelli o altro, il viso coperto da una maschera lignea, porta un solo campanaccio, come nella realtà della vita dei campi; chi lo conduce porta sempre con sé "sa panastra", una sorta di stuoia di giunco sopra la quale si coricano i maialini per succhiare il latte dalla scrofa.
Su Cherbu e Su Crappolu
"Su Cherbu" (il cervo) e "su Crappolu" (il capriolo) sono anch'esse maschere presenti nel carnevale, ma più rare.

Altre maschere tipiche e significative sono rappresentate da:

Sa Filonzana

"Sa Filonzana", un uomo travestito da orrida vecchia: piegata dall'età, vestita di nero e con il volto nascosto da una maschera lignea, oppure colorato con la fuliggine che contrasta col bianco di una dentiera ricavata da una patata.



Ha fra le mani il fuso, la conocchia e la lana, fila e predice un futuro più o meno prospero o infausto, a seconda della qualità del vino che le viene offerto. Oggi ha anche le forbici, alludendo alla Parca romana che recideva il filo della vita.

Sas Mascaras Serias
"Sas Mascaras Serias" (uomini e donne di tutte le età e condizioni) procedono saltellanti e con movenze di danza, vestite in modo eccentrico, con abiti vecchi, lenzuola, copriletti e persino tappeti da tavolo; rappresentano lo spirito goliardico che capovolge il senso dell'esistenza; oggi indossano costumi preparati per l'occasione.

Il carnevale, che con le sue maschere per tre giorni impazza per le vie del paese, dalla domenica di quinquagesima fino al martedì che precede il mercoledì delle Ceneri, inizia in realtà la sera del 16 gennaio, festa di Sant'Antonio Abate, quando, dopo la funzione religiosa che termina con la benedizione del falò ("su Ogulone") in piazza, le maschere fanno la loro prima uscita e si radunano intorno al fuoco.

È in questa occasione che il sacerdote consegna "s'Affuente", un piatto di rame lavorato a sbalzo con motivi decorativi e una scritta in caratteri alemanni (si presume di origine celtica), utilizzato anche durante i riti della Settimana Santa (per la lavanda dei piedi e per riporre i chiodi che vengono tolti al Cristo il Venerdì Santo durante la cerimonia de "s'Iscravamentu", deposizione dalla Croce).

Il piatto in questa occasione diventa uno strumento musicale che, percosso verticalmente con una grossa chiave, dà il ritmo al ballo tipico di Ottana, l'antico "Ballu de s'Affuente".
Altri strumenti musicali sono "s'òrriu", un cilindro di sughero con la parte superiore ricoperta da un pezzo di pelle di animale dal quale pende una correggia che, intrisa di pece e fatta scorrere all'interno con la mano, produce un suono roco e prolungato che spaventa le bestie e disarciona i cavalieri; "su pipiolu", uno zufolo realizzato con canna palustre.

info:
Comune di Ottana , via Libertà 66, Ottana
0784 75623 - 75830
www.comune.ottana.nu.it - www.carnevaleottana.it

Gruppo "Boes e Merdules - Associazione Culturale Folkloristica
via Emilio Lussu 16, Ottana
tel. 0784 75902 - 339 5277581
www.merdules.it

Associazione Culturale de Sos Merdules Bezzos
via Emilio Lussu 16, Ottana
tel. 0784 721026
www.merdulesbezzos.org

Il Carnevale di "Mehuris de Lessia"



Il carnevale a Ovodda si festeggia il Mercoledì delle Ceneri, "Mehuris de Lessia", e costituisce un momento di forte identificazione della comunità con le proprie tradizioni secolari.

Personaggio principale è Don Conte, fantoccio antropomorfo maschile, talvolta ermafrodito; indossa una larga tunica colorata da cui traspare una grossa pancia fatta di stracci che copre l'anima in ferro che lo sorregge. Il volto, che può cambiare di anno in anno, viene realizzato con scorze di sughero o cartapesta, baffi posticci ed altri elementi simili .
Presenta genitali accentuati che, assieme al pancione, gli conferiscono un aspetto ridicolo che alimenta la vena satirica. Viene portato in giro per il paese su un carretto trainato da un asino e addobbato con ortaggi, pelli d'animali e altri oggetti stravaganti.


Il corteo che accompagna "Don Conte" è formato da Sos Intintos, uomini dalla faccia imbrattata di fuliggine, generalmente vestiti con stracci, abiti vecchi, lenzuola o coperte, ma anche con lunghi pastrani di orbace nero o con gambali di cuoio e vestiti di velluto, abbigliamento tipico dei pastori barbaricini.

Alcuni fra questi, gliIntinghidores, hanno il compito di imbrattare con polvere di sughero bruciato, "zinziveddu", il viso di coloro che incontrano lungo il cammino; il gesto rappresenta il rituale d'ingresso alla festa, di cui si accetta il caos e l'anarchia.

Il suono di un campanacciol'avvio ai festeggiamenti: una grottesca processione alla quale si accodano tutte le persone che vogliono partecipare.
Non esistendo percorsi obbligati, il carretto viene fatto vagare per tutta la giornata per le vie del paese; non esistono neanche regole, perciò la gente può seguire il percorso, disperdersi in gruppi, perdersi e rincontrarsi; ma sopartutto non c'è separazione tra chi fa spettacolo e chi lo guarda.

Intanto in piazza è allestito un ricco banchetto e s'improvvisa, intorno al fuoco e al suono della fisarmonica, "su ballu tundu"; alcuni giovani vanno a questuare di casa in casa (di solito dolci, frutta e pietanze varie); le maschere, in groppa ad asini o tenendo al guinzaglio animali di ogni tipo, gironzolano per il paese, mentre urla, canti ritmati, strumenti occasionali e campanacci creano una forte confusione, tipica di questa manifestazione.

L'arrivo del tramonto segna la fine di Don Conte che viene prima giustiziato, poi bruciato e infine gettato in una scarpata alla periferia del paese. Da quel momento la comunità si riunisce intorno al ricco banchetto in un momento di forte aggregazione sociale.
I festeggiamenti hanno fine a mezzanotte e con il ritorno alla vita normale si ristabilisce l'ordine.

info:
Associazione Turistica Pro Loco
via Sassari 1, Ovodda
0784 549170