sabato 29 gennaio 2011
Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - La Caletta - Villetta 500mt dal mare
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 230,00Euro
Prezzo per 3/4 persone per l'intero periodo : 250,00Euro
Prezzo per 5/6 persone per l'intero periodo : 280,00Euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte su Blog Offerte Sardegna usufruire delle tariffe indicate).
Contattatemi anche se interessati per periodi diversi… i miei prezzi sono sempre molto vantaggiosi!!!
Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - Orosei - Appartamento 2min. dal mare
Foto su http://www.accommodationsardinia.com/casa_vacanze_orosei.htm
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 210,00Euro
Prezzo per 3/4 persone per l'intero periodo : 230,00Euro
Prezzo per 5/6 persone per l'intero periodo : 260,00Euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte sul Blog Offerte Sardegna per usufruire delle tariffe indicate).
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Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - Golfo di Orosei - Bilocale
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 200 euro
Prezzo per 3 persone per l'intero periodo : 210 euro
Prezzo per 4 persone per l'intero periodo : 220 euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
- l'uso della lavanderia comune dotata di lavatrici (5,00 euro a lavaggio).
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte su Blog Offerte Sardegna per usufruire delle tariffe indicate)
venerdì 28 gennaio 2011
Sardegna - Offerta 05.02-12.02 2011 - Golfo di Orosei - Monolocale
LAST MINUTE 05.02-12.02 2011
Prezzo per 2 persone per l'intero periodo : 180,00Euro
Prezzo per 3 persone per l'intero periodo : 200,00Euro
Prezzo per 4 persone per l'intero periodo : 220,00Euro
I Prezzi indicati comprendono:
- spese per luce, acqua, gas(per la cucina)
- pulizie iniziali e finali.
I Prezzi indicati NON comprendono:
- biancheria letto e bagno
- spese per eventuale riscaldamento nei periodi invernali
- l'uso della lavanderia comune dotata di lavatrici (5,00 euro a lavaggio).
Per informazioni: Ferdinando nandoferdi@tiscali.it oppure 3208972694 (ricorda di dire che hai visto le offerte su Blog Offerte Sardegna per usufruire delle tariffe indicate).
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giovedì 27 gennaio 2011
Aperitivo di presentazione di 4 Percorsi Culturali
I Quattro Elementi
Spazio Donna
Tarocchi Junghiani
Danze Sacre
DOVE
Ristorante Su Cabuniscu
Corso Vittorio Emanuele 189
Cagliari
QUANDO
31 gennaio 2011
ore 19.30
INGRESSO LIBERO
PER INFO
070/651379
347 5295765
carlaris@tiscali.it
Aperitivo di presentazione di 4 Percorsi Culturali
31 Gennaio 2011
Ore 19.30
Presso Ristorante SU CABUNISCU
Corso Vittorio Emanuele, 189- Cagliari
INGRESSO GRATUITO
Progetto condotto da
Dott.ssa Nappo Annamaria
Medico-Psicoterapeuta e Danzamovimentoterapeuta che da più di 30anni
studia e lavora con il linguaggio del corpo e dell'anima, cercando la
loro integrazione e loro armonia
Durante la serata verranno illustrati i seguenti percorsi:
I 4 ELEMENTI
La mappa del nostro paesaggio interiore; Danze in cerchio,
riflessioni, tecniche di rilassamento e immaginario per incontrare le
energie fondamentali che ci circondano e caratterizzano..
(Aria,Acqua,Fuoco,Terra) APERTO A TUTTI
SPAZIO DONNA
Le donne incontrano il femminile, che ognuna racchiude "dentro di Sé";
Un percorso che attraverso vari linguaggi ci farà avvicinare ai
simboli del femminile per scoprire che essere donna contiene :
impulsi, passioni, forza, razionalità, istinto, coraggio,
insicurezze..
Danze, riflessioni, musica, tecniche di rilassamento e
immaginario.-APERTO SOLO ALLE DONNE
TAROCCHI JUNGHIANI
Un viaggio verso l'anima…
I tarocchi sono un modo per arrivare a parlare con la parte più
profonda di noi; nel nostro cuore ci sono tutte le risposte che ci
servono e i tarocchi sono gli interpreti di questo linguaggio.
Seminario introduttivo, si avranno gli elementi per interpretare i
simboli rappresentati dai 22 Arcani Maggiori - APERTO A TUTTI
DANZE SACRE
In cerchio all'aperto, nei posto magici della Sardegna  per danzare:
-Gli Equinozi (Primavera, Autunno)
- I Solstizi (Estate,Inverno)
E per festeggiare con la natura i passaggi delle stagioni…e della vita..
ANCHE TOMAS TRUNSCHKA ALLA 4^ EDIZIONE
Ci sarà anche una forte rappresentanza della Repubblica Ceca alla 4^ edizione del Rally di Sardegna bike in programma in Ogliastra dal 12 al 18 giugno 2011. Infatti, hanno confermato la presenza ai nastri di partenza i team Nannini e il team Lannutti che schierano alcuni dei più forti specialisti delle più dure gare di mountain bike. In particolare il team caffè Nannini sarà in Ogliastra con Ludmila Damková (3 volte seconda all'Ironbike, un 1° posto in Coppa Euro Masters nel 2007, un 3° posto all'Euro Bike Extremis e con diverse partecipazioni a gare internazionali come Cristalp, Dolomitisuperbike, Swiss Bike Masters, Kitz Alp Bike, Eiger Bike Challenge, Rally di Sardegna Bike, TransSchwarzwald) e Tomas Trunschka (2° posto all'Ironbike 2010, 3° posto al Crocodile Trophy (Autsralia), un 1° e un 3° posto Salzkamergut (Austria) 215 km, un 2° e un 3° posto in Coppa del Mondo Ciclocross, Campione della Repubblica Ceca 24 ore. Vincitore della Coppa Ciclocross.
Sono annunciate anche importanti presenze di altre nazioni europee.
Ufficio Stampa
Servizi Stampa Sardegna
+ 39 335-59.58.217
+ 39 335-65.93.783
Organizzazione:
M.C. Sardegna
Tel + 39 070-65.35.26
Tel + 349-51.64.713
Fax + 39 070-33.09.947
mail: info@rallydisardegnabike.it
www.rallydisardegnabike.it
lunedì 24 gennaio 2011
Sa Sartiglia

Oristano
Sa  Sartiglia
6 - 8 marzo  2011 
vedi  anche carnalvale in Sardegna
E' la festa tradizionale sarda più nota e richiama migliaia di persone. Introdotta, sembra, nel1350 da Mariano II per festeggiare le nozze con la figlia del capo della flotta Pisana,
|  | consiste in un gioco di derivazione spagnola, preso in prestito dai mori (lo spagnolo "sartija" significa "anello", e in sardo "stella" o "sortilegio"); anche nel resto d'Italia, infatti tra la I e la III crociata, si diffuse questo tipo di gara (es.: la "Corsa del Saracino" di Arezzo, il "Palio" di Siena). | 
| Il 2 febbraio, giorno della Candelora (purificazione della Madonna) la Sartiglia ha inizio con la decisiva scelta del capo corsa ("su Componidori", dal componedor capo della srtija spagnola): se al galoppo riuscirà a infilare con la spada una stella appesa a un filo in mezzo alla strada, il raccolto sarà abbondante. |  | 
Data l'estrema importanza della prova, la selezione del cavaliere e del cavallo avvengono con la massima cura. Non a caso, proprio in questo periodo hanno luogo le mostre dei migliori cavalli del Campidano e del Montiferru.
La vestizione:
|  | L'ultima domenica di Carnevale, giorno della gara, inizia il lunghissimo rituale della vestizione: a mezzogiorno il "Componidori" viene condotto nel luogo prescelto, chiuso nella parte posteriore e aperto sul davanti, affinché la folla radunatasi possa di assistere alla cerimonia. | 
Ora le donne-maghe ("is massaieddas", un tempo fanciulle vergini) si prendono cura del capo-corsa, sotto la guida attenta della più anziana "massaia manna": operano su di lui un potente incantesimo e lo vestono secondo un immutato rituale sacro, fatto di silenzi e gesti antichi.
| Le donne cuciono sulle vesti maschili una camicia        bianca senza bottoni, mentre il volto del "componidori" viene avvolto da        bende bianche, e solo allora "sa massaia manna" lo ricopre con una        enigmatica maschera femminile e gli poggia sul capo un        velo da sposa e un cilindro nero. Il cavaliere è ora metà donna (parte superiore del corpo) e metà uomo. Divenuto androgino, il "Componidori" viene issato sul cavallo e mostrato alla folla con il mazzolino di viole e pervinche ("sa pippia de maiu": la bambina di maggio), simbolo dell'imminente primavera, con il quale benedirà la folla. |  | 
|  | In corteo, insieme        agli altri cavalieri che indossano la stessa maschera da donna, il        Componidori raggiunge il luogo della corsa. A un segnale convenuto dovrà lanciarsi al galoppo per la via che costeggia l'arcivescovado e la cattedrale e | 
| in piena corsa infilare la spada nel minuscolo foro al centro della stella appesa ad un filo. Compiuta l'impresa tornerà verso la folla mostrando il trofeo. Gli altri cavalieri ne imiteranno le gesta, ma il valore simbolico non sarà lo stesso. Accompagnato da una folla osannante o ingiuriante (secondo l'esito della prova), |  | 
|  | a questo punto il corteo si dirigerà oltre la cerchia delle mura, dove        i cavalieri mascherati del seguito, disposti in pariglie, si esibiranno in spericolate esibizioni di        destrezza. I giochi equestri s'interrompono al tramonto a un cenno del "Componidori" e al suo seguito il corteo torna alla Cattedrale. | 
Qui il "Componidori"  per un'ultima volta benedice la folla che grida:  "Atterus annus mellus" (meglio per altri anni).
| Il corteo riparte per ricondurre il "Componidori" nel luogo dove le donne ritualmente procederanno alla svestizione, alla presenza di pochi intimi. L'incantesimo è finito e "su Componidori" torna ad essere solo un uomo. |  | 
       
          
546° Edizione delle        Sartiglia 
Programma della Sartiglia di        Oristano
Marzo        2011         DOMENICA 6        MARZO      Gremio dei Contadini 
di San Giovanni
Ore 10,00        - Bando
Ore 12,00 - Vestizione
Ore 13,00 -        Sfilata del Corteo
Ore 13,30 - Corsa alla        stella
Ore 17,00 - Pariglie
Ore 19,00 -        Svestizione         LUNEDI 7 MARZO      Sa Sartigliedda       MARTEDÌ 8        MARZO      Gremio dei Falegnami 
di San Giuseppe
Ore 10,00        - Bando
Ore 12,00 - Vestizione
Ore 13,00 - Sfilata del        Corteo
Ore 13,30 - Corsa alla stella
Ore 17,00 -        Pariglie
Ore 19,00 -  Svestizione
info:
www.sartiglia.info
Santulussurgiu - Sa Carrela'e Nanti
 
Il Carnevale di Santulussurgiu, paese dalle antiche tradizioni equestri, è incentrato sulle spettacolari corse a pariglia di Domenica e Martedì.
Sa Carrela'e Nanti, la strada principale del centro storico, è il percorso di circa un chilometro lungo il quale i cavalieri gareggiano in destrezza e perfezione: con il volto mascherato o dipinto e abiti multicolori o costumi tradizionali,
|  | le coppie devono cercare di partire, correre e arrivare al traguardo        con il massimo della sincronia e dell'affiatamento. Il pubblico partecipa vivacemente, giudicando cavalli e cavalieri, e vive con allegria l'atmosfera della festa. Tradizionale é l'offerta e la degustazione del vino delle ultime vendemmie. | 
Karrasegare Osinku

Bosa
Karrasegare Osinku 
dal 24 febbraio 12 marzo 2011
Le tradizioni e la cultura popolare bosana, sia civili che religiose, offrono al visitatore momenti di grande suggestione. Il primo appuntamento dell'anno è quello del Carnevale, caratterizzato dalla satira e da un gusto grottesco che ogni anno attira molti visitatori curiosi.
Il Carnevale qui, come in tanti altri centri della Sardegna, è molto  sentito, coinvolge tutta la comunità e mantiene il carattere di  festa spontanea non organizzata.
I  festeggiamenti cominciano  una settimana prima del Giovedì grasso, quando  vivaci gruppi di questua  girano per le strade del centro intonando canti satirici in cambio di doni e cibo.
Ma la festa entra nel vivo negli ultimi  quattro giorni che vedono protagonisti due maschere: "s'attitadora", una sorta di  lamentatrice vestita a lutto, che dalla mattina intona lamenti funebri di  argomento satirico e con esplicite allusioni sessuali, e i "giolzi", che entrano  in scena la sera e correndo da una parte all'altra catturano ritualmente gli  spettatori e gli altri Giolzi e illuminano loro i genitali con frasi  allusive.
Il carnevale di Bosa è senza dubbio una delle feste più coinvolgenti, trasgressive ed esilaranti della Sardegna.
Le  maschere tradizionali: 
| S'attitadora" rappresenta "s'attitidu" (lamento funebre). Una donna vestita a lutto simula un lamento funebre, condito con satira e chiare allusioni sessuali, che consiste nella richiesta di un "goccetto di latte" ("unu ticchirigheddu 'e latte") per la bambola che porta con sé, ovvero la figlia, che, trascurata dalla madre durante i bagordi notturni del carnevale, ha bisogno di succhiare. | 
 | 
| La bambola è anche il pretesto per la costruzione di allegorie sessuali con l'esibizione di grotteschi organi genitali improvvisati con forme di pane, frutta e verdura (in particolare "s'aligalza", una grossa rapa che viene scolpita a seconda della fantasia di chi la esibisce). | 
 | 
| Per realizzare la maschera vengono indossati abiti tradizionali da vedova: gonna nera e scialle e fazzoletto rigorosamente neri. Il volto viene annerito con fuliggine di sughero. | 
 | 
| Gioldzi" è la maschera del buio. Al calar del sole i Gioldzi si vestono di bianco con un lenzuolo per mantello e una federa per copricapo. Le maschere si rincorrono urlando "Gioldzi! Gioldzi!" fino a catturare gli spettatori e gli altri Giolzi che vengono illuminati con lampioni ("sas pischeddas") come per cercare qualcosa nascosto sotto le gonne: anche in questo caso la sceneggiata ha chiare allusioni sessuali. | 
 | 
La fine de carnevale è segnata dai numerosi roghi notturni sui quali si bruciano i fantocci.
info:
programma  carnevale di Bosa 2011
Comune di Bosa, corso Garibaldi, 12  
+390785 368000 368033 
www.comune.bosa.nu.it
Associazione  Carrasegare Osinku 
c/o Giuseppe Pinna 
viale Giovanni XXIII, Bosa
tel.  338 6381940
Associazione Turistica Pro Loco Melkiorre Melis 
via Azuni  5, Bosa 
0785 376107
Carnevale - Gavoi
Gavoi 
A Gavoi, paese della Barbagia che si affaccia sul lago di Gusana, il carnevale è segnato da una serie di eventi caratteristici che coinvolgono turisti e cittadini, dal giovedì grasso all'alba del mercoledì successivo.

Il carnevale di Gavoi inizia il giovedì grasso, "jobia  lardajola" (così chiamato perché in questa occasione si preparavano le  fave con il lardo), con "sa sortilla 'e tumbarinos", il raduno di  centinaia di tamburini. 
|  | Gli strumenti sono costruiti        interamente a mano con pelli di        capra e pecora;        anticamente si adoperavano anche le pelli di        cane o d'asino.  
 | 
| Il carnevale gavoese ha origini antiche: deriva probabilmente dai riti in onore di Dionisio, il dio delle forze vitali e del ciclo della natura, che insegnò agli uomini l'arte di ottenere il vino. |  | 
info:
Comune di Gavoi , piazza Santa  Croce 
+39784 53120 
www.comune.gavoi.nu.it
Associazione Turistica Pro Loco 
via Roma 190, Gavoi 
0784 53400 - 340  8495083 
Associazione Culturale Tumbarinos 
via Roma 68, Gavoi 
tel. 0784 53221  - 348 5113473 
www.tumbarinos.it
Carnevale mamoiadino
Il carnevale di Mamoiada è uno degli eventi più celebri del folclore sardo. 
Le maschere  tradizionali di questo carnevale sono i "mamuthones" e gli "issohadores", che fanno la loro apparizione in  occasione della festa di Sant'Antonio, tra il 16 e il 17  gennaio, poi la domenica di carnevale e il  martedì grasso.
Le origini del  carnevale di Mamoiada, conosciuto anche come "la danza dei  mamuthones", sono oscure; molte  sono le ipotesi che sono state avanzate, nessuna effettivamente dimostrabile.  Secondo alcuni, il rito risalirebbe  all'età nuragica, nato come gesto di  venerazione degli animali, per proteggersi dagli spiriti del male o per  propiziare il raccolto.
I "mamuthones" e gli "issohadores" sono le tipiche  maschere del carnevale di Mamoiada in Sardegna. 
Sono due  figure diverse per abbigliamento e movenze, ma  nella rappresentazione svolgono lo stesso ruolo.  L'intera comunità è coinvolta nella  preparazione delle maschere, data l'importanza dell'evento e del  risultato.
| 
 | Il "mamuthone": | 
| Lo "Issohadore": è una maschera complementare a quella del "mamuthone". Il suo abbigliamento ("veste'e turcu" - vestito da turco - per gli anziani di Mamoiada) attualmente prevede: la "berritta" sarda nera legata al mento con un fazzoletto variamente colorato, i larghi pantaloni e la camicia di tela bianchi, le sopraccalze di lana nera e il corpetto rosso del costume tradizionale maschile; a tracolla porta una cinghia in pelle e stoffa corredata di piccoli sonagli; legato alla vita, con un lembo sciolto lungo la gamba sinistra, uno scialle, o ampio fazzoletto con bellissimi ricami colorati. |  | 
|  | Ultimamente è stato ripristinato l'uso della "visera crara", una maschera chiara dai lineamenti fini, da alcuni indicata come "maschera de Santu" (o "de Santa) e da altri come "maschera limpia" (pulita o semplicemente bella). | 
Il carnevale mamoiadino
A  Mamoiada si usa dire che "senza mamuthones e  issohadores non c'è carnevale": la loro esibizione è l'evento più  importante, il simbolo del Carnevale, e al tempo stesso  allegria e auspicio di tempi propizi.

Questa "processione danzata"  (come la definì l'etnologo R. Marchi negli anni '40) non ricorda certo  un'esibizione carnascialesca: la compostezza e il  silenzio dei partecipanti, il loro incedere  ordinato e solenne, il passo cadenzato e  ritmato dal suono dei campacci scossi sulle spalle, tutto l'insieme  rimanda piuttosto all'atmosfera del rito religioso.

La sfilata, dal pomeriggio fino a tarda sera,  richede una notevole quantità di energia, dato il peso delle "garrigas" sulle spalle. Vuoi per il fatto che  le cinghie dei campanacci comprimono il torace, vuoi perché il digiuno (come  negli antichi misteri) fa parte del rito di preparazione, i mamuthones e gli  issohadores mangiano e bevono poco prima del corteo.
Composizione della sfilata
Il gruppo della sfilata, composto  tradizionalmente da 12/14 mamuthones e 8/10 issohadores, avanza  in modo assolutamente  preordinato:
|  | i mamuthones,        rigorosamente disposti        su due file parallele, incedono lentamente, cadenzando il        passo con forti colpi di campanacci, mentre gli issohadores, disposti come per        proteggere il gruppo in avanguardia, retroguardia e all'esterno        delle file, si muovono rapidissimi in ogni direzione,        lanciando la fune ("soha") verso il pubblico per catturare nuove        prede. Le due figure, caratterizzate sia dal diverso abbigliamento che dal modo di muoversi, si esibiscono contemporaneamente. | 
Questa sorta di corteo procede lento,  imponente,  inarrestabile, ed esercita sui presenti una grande suggestione, quasi un  fascino ipnotico.
I movimenti
Il passo dei mamuthones è ovviamente  diverso da quello degli issohadores, ma non discordante. 
Il  passo lento e cadenzato dei primi è in qualche modo un movimento obbligato,  dovuto al peso delle attrezzature e alla necessità di far risuonare tutti i  campanacci.

Ogni lento passo del mamuthone,  cadenzato dal suono dei campanacci sulla schiena, scossi con  una sorta di saltello e di rotazione delle spalle (una volta a destra e una  volta a sinistra), viene eseguito in perfertta sincronia col  resto del gruppo, in modo tale da produrre un unico imponente frastuono  all'unisono.
La ripetizione della cadenza viene  interrotta dopo un certo numero di passi da una serie di tre  piccoli salti e relativi clangori delle "garrigas".
 
|  | Gli issohadores, al contrario, si        muovono con passi agili, leggeri e veloci, pur mantenendo        la posizione nel corteo, e lanciano di tanto in tanto        "sa soha" (il laccio)        all'esterno del gruppo per catturare il prescelto tra la folla, che viene        delicatamente tratto verso il corteo. La bravura dell'issohadore sta proprio nel riuscire a catturare le "prede" con questa originale fune di giunco intrecciato. "Sa soha", infatti, essendo molto più leggera, è molto più difficilmente governabile delle tradizionali funi di pelle o canapo e rende molto più impegnativi il lancio e il centro dell'obiettivo; perciò solitamente viene bagnata prima della sfilata. | 
info:
Comune di Mamoiada , corso  Vittorio Emanuele III 50, Mamoiada 
+39784 56023 - fax 0784 56700 
www.museodellemaschere.it
Associazione turistica Pro loco Mamoiada 
Mamuthones, Issohadores e gruppo  di ballo 
via Sardegna 13, Mamoiada 
+39784 569032 - 334 5940764 
0784  569032 
mamuthonesmamoiada@tiscali.it
www.mamuthonesmamoiada.it
Carnevale tradizionale - Fonni
Fonni
Il carnevale di Fonni è caratterizzato dalle antiche maschere de "s'urthu" e "sos buttudos" che rappresentano la lotta  quotidiana dell'uomo contro gli elementi della natura. 

"S'urthu" (l'animale) è vestito di  pelli di montone o di caprone di colore bianco o nero, ha un" grosso campanaccio  legato al collo, la faccia annerita dal sughero carbonizzato ("s'inthiveddu"),  ed è tenuto al guinzaglio con una rumorosa catena di ferro. 
"sos buttudos" (gli  uomini/domatori) indossano un cappotto di orbace, sopra abiti di velluto,  scarponi e gambali di cuoio, sulle spalle i campanacci ("sonaggias").
"S'urthu", l'orso, non  smette di lottare per liberarsi dalle  catene, e continua ad aggredire gli uomini e le cose che incontra sul suo  cammino, ad arrampicarsi ovunque capiti, siano alberi o balconi, ad  avventantarsi sulle persone, soprattutto sulle ragazze, che subiscono le sue  esuberanze, mentre "sos buttudos" tentano  di domarlo.
info:
Comune di Fonni , via San  Pietro 4, Fonni 
+390784 591300 
www.comune-fonni.it 
Associazione Sos  Urthos 
c/o Ex Scuola Logotza, Fonni 
347 9623478
Il carnevale nuorese
Il  carnevale a Nuoro prevede ogni anno una  serie di eventi che si svolgono nelle vie del centro e che coinvolgono la  popolazione ed i turisti. 
Come in molti paesi della Barbagia, anche a Nuoro la festa si apre il 16 gennaio con i falò in onore di Sant'Antonio Abate: sarà premiato il fuoco più bello per magnificenza e per coinvolgimento della comunità.
Oltre al carnevale dei bambini, che ha  luogo il 2 febbraio, e ai tradizionali balli in piazza, vengono organizzate  altre attività (cacce al tesoro, eventi di spettacolo, concorsi  ecc.) che possono variare di edizione in edizione. 

La manifestazione prevede poi una sfilata per le vie del centro, a cui partecipano le maschere tradizionali della Barbagia, fra le quali i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada, i Thurpos di Orotelli, i Bundos di Orani, i Tumbarinos di Gavoi.
info: 
Comune di Nuoro , via Dante  44, Nuoro 
0784 216700 
www.comune.nuoro.it
Carrasciali Timpiesu
Il carnevale di Tempio Pausania comincia il giovedì grasso con l'entrata trionfale in città del fantoccio di Re Giorgio. La domenica si celebra il matrimonio tra Re Giorgio e la popolana Mannena, di solito abbigliata in modo audace; come vuole la tradizione. Mannena darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il successivo carnevale.
La sfilata dei carri allegorici del carnevale tempiese  ha luogo per la prima volta nel 1956. 
Il personaggio principale è "Giorgio", un tempo chiamato Jolgliu Puntogliu, oggi invece "Sua  Maestà Re Giorgio", che rappresenta il potere in tutte le sue forme.
 
|  | Per sei giorni Re Giorgio è osannato, onorato e adulato, ma il martedì grasso, colpevole di rappresentare tutti i mali della città, viene processato e bruciato sulla pubblica piazza. Si ripete così l'antico rito del fuoco che preannuncia la fine dell'inverno e l'arrivo della primavera. 
 
 | 
info:
Comune Tempio Pausania ,  piazza Gallura 1 
079 679999 
www.comune.tempiopausania.ss.it
Associazione Carnevale Tempiese 
via Val Tidone 1, Tempio Pausania 
www.carnevaletempiese.it
Associazione Turistica Pro loco 
piazza Gallura 1, Tempio Pausania 
079  631273
Il Carnevale di Olzai
Dalla domenica di carnevale fino al mercoledì delle Ceneri e la domenica  della pentolaccia, le strade del paese  vengono animate dalle tre maschere  caratteristiche del carnevale olzaese: Sos Intintos,  Sos Murronarzos e Sos Maimones.
|  | Il carnevale di Olzai ha la particolarità di proseguire oltre la tradizionale data di chiusura        delle manifestazioni carnascialesche: i festeggiamenti si protraggono,        infatti, fino alla domenica successiva. | 
| Le sue maschere e i suoi rituali        tramandano fino ai nostri giorni l'atavica lotta dell'uomo con la        natura per la produttività dei campi e per la sopravvivenza degli        animali e delle proprie famiglie. 
 I riti del carnevale ripropongono le paure del remoto passato e le ansie di allontanare il male, in particolare la carestia. |  | 
info:
Comune di  Olzai, corso Vittorio Emanuele 15, Olzai 
0784 55001 
www.comune.olzai.nu.it
Pro Loco "Bisine" 
via Sant'Antonio, Olzai 
346 3146374 
Gruppo Maschere "Maimones, Murronarzos e Intintos" 
P. Neppi 1, Olzai  
tel. 0784 55065
Carnevale oniferese
Le celebrazioni del Carnevale ad Oniferi, come in altri paesi della Barbagia, hanno inizio il 16 gennaio, in occasione della festa  di Sant'Antonio. Nei rioni del paese  vengono accesi falò in onore del Santo  mentre in piazza hanno inizio i tradizionali balli. 
Sos  Maimones
Protagonisti del carnevale oniferese sono  "sos Maimones" maschere tipiche che, a differenza di altri personaggi dei  carnevali barbaricini, non coprono il viso con travestimenti lignei,  ma lo rendono irriconoscibile  annerendolo con la fuliggine ricavata dal sughero bruciato.  Durante il XX secolo la maschera ha assunto un carattere goliardico, pertanto si  incontrano anche Maimones con il volto solo parzialmente dipinto. 

Momento particolarmente suggestivo è la vestizione di "sos Maimones" che si svolge  all'interno dell'antica capanna utilizzata dai pastori,  detta "su pinnetu", costruita in pietra con un caratteristico  tetto di frasca. 

La figura maschile indossa  l'abito tipico del pastore sardo in velluto nero, marrone o  comunque scuro con camicia bianca senza colletto, "cambales",  scarponi in pelle e "su bonette", ovvero un cappello in  velluto, preferibilmente di piccole dimensioni, tradizionalmente portato  pendente a lato della fronte. 
Completano l'abbigliamento altri  capi, sempre tipici della cultura  agropastorale, quali: "su saccu'e fresi" o  "furesi" (mantella con cappuccio tessuta in orbace, stoffa, quest'ultima,  ottenuta dalla tessitura fine della lana degli ovini), "su  gabbanu" (pesante pastrano anch'esso in orbace) o, in alternativa,  "sas peddas" (pelli di montone o agnello lavorate con o senza  pelo). 
 
|  | La figura femminile, necessariamente impersonata da soggetti maschili, integra l'abbigliamento con scialli o "su freseddu" (piccola mantella in orbace priva di cappuccio) ed ancora con gonne e "su muccadore nigheddu" (fazzoletto nero) che viene legato sul tipico berretto. | 
Spesso anche l'asino viene mascherato con corna di diverse dimensioni.
La maschera di su Maimone gira di casa  in casa accettando la genuina ospitalità sarda e caricando "sas  bertulas", bisacce tessute in orbace, di ricchi dolci  carnascialeschi quali: "cathas" (frittelle), "rujolos" (dolcetti a base di  ricotta soffritta, simili a piccole polpette) e ogni altra  leccornia che, insieme al vino versato  nella damigiana raffigurante il fantoccio  Maimone, possa servire a far festa. 
Tradizionalmente  vengono visitate anche le abitazioni in cui vivono persone in difficoltà per  rallegrarne l'atmosfera. 
Successivamente, in piazza, tra un ballo e l'altro al suono dell'organetto a bocca, o a mantice, accompagnato dal canto a tenores, il cibo viene consumato da tutta la comunità.
Il Carnevale oniferese è caratterizzato dalla messa in scena, per le vie del paese,  di una serie di situazioni della vita reale: le  difficoltà, la sofferenza e la morte sono  interpretate da "sos Maimones", che le ridicolizzano al fine di  scongiurarle.

Tra le situazioni rappresentate si ricorda "sa parthi burra" (divisione della coperta  matrimoniale attraverso la rappresentazione di una sorta di separazione  coniugale in cui, inscenando uno scandalo per strada, si divide, per l'appunto,  il misero avere in orbace); "s'ammuttu"  (tradizionale canto per il morto eseguito dalle prefiche e per l'occasione reso  burlesco dalle maschere che piangono il compagno morto a causa di una forte  bevuta, e successivamente risorto grazie ad un ulteriore bicchiere di vino), e  "sa ilonzana" (donna che fila la lana).  
Ancora con l'estrazione di "sos bullettes de sa fortuna" (biglietti contenuti in una giara di sughero o legno) si dà vita ad una lotteria che, con intento burlesco, a seconda della vena poetica del momento, augura ogni tipo di futuro.
info:
Comune di Oniferi  
piazza del Popolo, 2 
tel. 0784 70051  70284
Orani: il carnevale dei Bundos
Il  Carnevale inizia il 16 gennaio, vigilia  della festa di Sant'Antonio, con l'accensione dei fuochi nei  vari rioni. 
|  | Protagonista è su        Bundu (sos Bundos), maschera che indossa gli abiti        tipici del contadino: un cappotto largo e lungo, la        camicia, i pantaloni di velluto e i gambali di cuoio.  I Bundos, durante il corteo, mimano il rito della semina impugnando "su trivuthu", un forcone di legno e accompagnandosi con gesti rituali e un gran vocio. | 
| Il carnevale dei Bundos, pur riallacciandosi alle        antiche credenze contadine, ha probabilmente origini        successive rispetto agli altri più noti carnevali        barbaricini. Su Bundu è una creatura metà umana e metà bovina; il colore rosso della maschera che gli copriva il volto in origine veniva ottenuto proprio con il sangue di bue, mentre il loro forcone, "su trivuthu", simboleggiava le origini contadine. |  | 
La festa inizia il 17  gennaio, giorno consacrato a Sant'Antonio Abate, quando i  Bundos visitano i tradizionali fuochi e  alle maschere viene offerto  "su pistiddu", il dolce tipico di questa festività e benedetto  durante la processione. 
Il dolce è offerto anche a tutti i  presenti e portato nelle case dei malati e a  tredici persone di nome di Antonio. 
info:
Comune di Orani, piazza Italia  1, Orani 
0784 74462 
www.orani.it
Associazione Turistica Pro Loco - Orani 
piazza Italia, Orani 
340  6013894 - 348 9232556
Carnevale Sangavinese
Nel passato il carnevale di San Gavino Monreale era organizzato da un'associazione chiamata "Su Babballotti", che prende il nome dal pupazzo di cartapesta simbolo locale del carnevale. "Su Babballotti" raffigura il dono che viene offerto in sacrificio e sul quale si scaricano tutte le colpe collettive e individuali commesse durante tutto l'anno, in particolare le trasgressioni compiute durante i giorni di carnevale. Oggi l'allestimento dei carri e l'organizzazione della manifestazione sono in mano a numerosi artisti locali. Grazie al loro lavoro d'eccellenza, che ha inizio sin dal mese di settembre, durante la sfilata si possono ammirare autentiche opere d'arte che possono competere coi carri di più famose e analoghe sfilate carnascialesche nazionali. Il carnevale di San Gavino Monreale vede come organizzatori e protagonisti noti gruppi storici, come Fibra Ottica, Anno Zero e Revolution che trasformano i carri in dei veri e propri palcoscenici mobili all'interno dei quali centinaia di giovani si scatenano in balli e canti al fine di accaparrarsi i giudizi positivi e i voti di una attenta giuria. La tradizione vuole che il trofeo del carnevale sia "su Torraponi", la coppa messa in palio ogni anno per il carro più bello. I gruppi che per tre anni, anche non consecutivi, vincono il primo premio possono tenere la coppa fino al carnevale successivo.
Carnevale de Sos Thurpos
Come gli altri carnevali sardi di ambiente agropastorale,  il carnevale di Orotelli ripropone il  capovolgimento del rapporto uomo-animale, e la lotta dell'uomo contro la natura, con un rituale di propiziazione della pioggia e della fertilità  della terra.
Il carnevale viene però  tradizionalmente letto come rappresentazione del rapporto proprietario  terriero-bracciante. L'occasione consentiva eccezionalmente ai  braccianti di Orotelli di mimare l'autorità dei "padroni",  senza doverne subire le conseguenze. Le persone più ricche del paese venivano  inoltre "catturate" e costrette ad offrire da bere. 
Il  capovolgimento dei ruoli dava una così una  temporanea rivincita ai più deboli.
| I riti del Carnevale        orotellese I protagonisti del Carnevale di Orotelli sono i Thurpos, che inscenano diverse situazioni legate alla tradizione contadina: Su Thurpu Voinarzu (il contadino) che deve governare i testardi Thurpos Boes (i buoi); i Thurpos seminatori che spargono crusca lungo il cammino; Su Thurpu Vrailarzu (il fabbro) che ferra Su Thurpu Boe, e Su Thurpu che accende il fuoco con un acciarino, una pietra focaia e un cornetto di bue pieno di midollo di ferula secca ("corru esca"). |  | 
Mimando il comportamento dei buoi, catturano ("sa tenta") qualche conoscente privo di maschera e lo costringono ad offrire loro da bere.
Il martedì di carnevale i ruoli si invertono, saranno i Thurpos ad offrire da bere agli spettatori.
La rappresentazione si conclude nella piazza del paese, dove tutti prendono parte a su ballu de Sos Thurpos.
|  | Sos Thurpos (ciechi,        storpi) è una delle maschere più        importanti della tradizione contadina; si presenta a viso scoperto, vestito con un abito di velluto, i gambali        di cuoio ("sos cambales"), e un lungo pastrano ("su gabbanu") di nero        orbace, quello che un tempo veniva utilizzato dal pastore durante la        stagione invernale. A tracolla porta una bandoliera di campanacci, il volto è coperto di fuliggine ed è nascosto da un grande cappuccio che scende fino al naso. | 
info:
Associazione Turistica Pro  Loco 
piazza sant'Antonio, Orotelli 
329 4487298 - 347 9240316 
Comune di Orotelli 
corso Vittorio Emanuele, 74 
0784  79820
Carrasegare de Otzana

Il carnevale di Ottana rimanda ad un mondo sardo  arcaico e ai suoi valori agropastorali, perpetuando una  tradizione mai interrotta e radicatasi nei suoi  caratteri originari per il lungo isolamento in cui è vissuto il  paese.
È una delle ricorrenze più  attese dalla popolazione, che partecipa attivamente dimostrando un  profondo senso di appartenenza alla propria cultura. 
Le maschere descrivono, con interpretazioni  spontanee in una sorta di canovaccio, personaggi,  ruoli e situazioni della vita del  contadino, quali l'aratura, la semina, il raccolto, e del  pastore, come la cura, la domatura, la malattia, la morte degli  animali.
L'elemento caratterizzante è rappresentato dalle maschere dei  Merdùles e dei Boes, ma anche di altri animali, quali Porcos, Molentes, Crappolos. 
Sos Merdùles
"Sos  Merdùles", ossia gli uomini, i contadini, sono vestiti  con mastruche (pelli bianche o nere) o con vecchi abiti della  tradizione locale, hanno il viso coperto da  maschere lignee, dai tratti spesso deformati, forse per  raffigurare la fatica del lavoro e della vita nei campi. 
 
|  | Procedono lentamente, ricurvi, portando sulle spalle        "sa taschedda", una sorta di zaino in pelle atto a        contenere pane e companatico. Tengono con una mano le        redini ("sas soccas") cui sono legati i Boes, uno o più di uno,        e con l'altra mano si appoggiano ad una sorta di        bastone che usano anche per tenere a bada i        Boes. Parlano, si lamentano della loro sorte ed esortano spesso gli astanti a tenersi lontani dal pericolo: "appartadeboche po su voe" (allontanatevi perché stanno passando i buoi e può essere pericoloso). | 
Sos Boes
"Sos Boes"  indossano pelli di pecora o vecchi abiti  della tradizione  locale e portano in spalla, a mo' di bandoliera, una cintola,  generalmente di cuoio, dalla quale pendono dei campanacci,  "sonazas", di lamiera e di bronzo.
 
| Sono tenuti dalle redini del Merdùle, il viso coperto da "sas caratzas": maschere di legno intagliato con sembianze bovine, corna più o meno lunghe dove non è raro vedere infilate "sas gatzas" (una sorta di frittelle di semola impastata con l'acqua, fatta lievitare e fritta nell'olio bollente), due foglie che decorano gli zigomi e una stella sulla fronte (la stella rappresenta, in realtà, il marchio distintivo di un vecchio artigiano locale ormai scomparso). |  | 
|  | Procedono saltando a ritmo cadenzato dal suono dei campanacci, ogni tanto si fermano per inscenare una ribellione, buttandosi per terra o agitandosi e creando scompiglio tra la gente. | 
| Sos Porcos e Sos        Molentes "Sos Porcos" e "sos Molentes", maschere di maiale e di asino, sono presenti nel carnevale, ma in minor numero. Il maiale, vestito di pelli o altro, il viso coperto da una maschera lignea, porta un solo campanaccio, come nella realtà della vita dei campi; chi lo conduce porta sempre con sé "sa panastra", una sorta di stuoia di giunco sopra la quale si coricano i maialini per succhiare il latte dalla scrofa. |  | 
"Su Cherbu" (il cervo) e "su Crappolu" (il capriolo) sono anch'esse maschere presenti nel carnevale, ma più rare.
Altre maschere tipiche e significative sono rappresentate da:
Sa Filonzana
       
      
"Sa Filonzana", un uomo        travestito da orrida vecchia: piegata dall'età, vestita di        nero e con il volto nascosto da una maschera        lignea, oppure colorato con la fuliggine che contrasta col bianco di una        dentiera ricavata da una patata. 
Ha fra le        mani il fuso,        la conocchia e la        lana, fila e        predice un futuro più o meno prospero o        infausto, a seconda della qualità del vino che le viene offerto. Oggi ha        anche le forbici, alludendo alla Parca romana che recideva il filo della        vita. 
Sas Mascaras  Serias 
"Sas Mascaras Serias" (uomini e donne di tutte le età e condizioni) procedono saltellanti e con movenze di danza,  vestite in modo eccentrico, con abiti vecchi, lenzuola, copriletti e persino tappeti da  tavolo; rappresentano lo spirito  goliardico che capovolge il senso dell'esistenza;  oggi indossano costumi preparati per l'occasione. 
Il carnevale, che con le sue maschere  per tre giorni impazza per le vie del  paese, dalla domenica di quinquagesima fino al martedì che precede il mercoledì  delle Ceneri, inizia in realtà la sera del 16 gennaio, festa di  Sant'Antonio Abate, quando, dopo la funzione religiosa che  termina con la benedizione del falò ("su Ogulone") in piazza,  le maschere fanno la loro prima uscita e si radunano intorno al fuoco.
È  in questa occasione che il sacerdote consegna "s'Affuente", un piatto di rame  lavorato a sbalzo con motivi decorativi e una scritta in  caratteri alemanni (si presume di origine celtica), utilizzato  anche durante i riti della Settimana Santa  (per la lavanda dei piedi e per riporre i chiodi che vengono tolti al Cristo il  Venerdì Santo durante la cerimonia de "s'Iscravamentu",  deposizione dalla Croce).
Il piatto in questa occasione  diventa uno strumento musicale che, percosso verticalmente con  una grossa chiave, dà il ritmo al ballo tipico di Ottana, l'antico "Ballu de s'Affuente". 
Altri  strumenti musicali sono "s'òrriu", un  cilindro di sughero con la parte superiore ricoperta da un  pezzo di pelle di animale dal quale pende una correggia che,  intrisa di pece e fatta scorrere all'interno con la mano, produce un  suono roco e prolungato che spaventa le bestie e disarciona i  cavalieri; "su pipiolu", uno  zufolo realizzato con canna palustre. 
info:
Comune di Ottana , via Libertà  66, Ottana 
0784 75623 - 75830 
www.comune.ottana.nu.it - www.carnevaleottana.it
Gruppo "Boes e Merdules - Associazione Culturale Folkloristica 
via Emilio  Lussu 16, Ottana 
tel. 0784 75902 - 339 5277581 
www.merdules.it 
Associazione Culturale de Sos Merdules Bezzos 
via Emilio Lussu 16, Ottana  
tel. 0784 721026 
www.merdulesbezzos.org
Il Carnevale di "Mehuris de Lessia"

Il carnevale a Ovodda si festeggia il Mercoledì delle Ceneri, "Mehuris de Lessia", e  costituisce un momento di forte identificazione della comunità con le proprie  tradizioni secolari.
Personaggio principale è Don  Conte, fantoccio antropomorfo maschile, talvolta  ermafrodito; indossa una larga  tunica colorata da cui traspare una grossa pancia fatta di stracci che copre  l'anima in ferro che lo sorregge. Il volto, che può cambiare di anno in anno, viene  realizzato con scorze di sughero o cartapesta, baffi posticci ed altri elementi  simili . 
Presenta genitali accentuati  che, assieme al pancione, gli conferiscono un aspetto ridicolo che alimenta la  vena satirica. Viene portato in giro per il paese su un  carretto trainato da un asino e addobbato con ortaggi, pelli d'animali  e altri oggetti stravaganti.

Il corteo che accompagna  "Don Conte" è formato da Sos  Intintos, uomini dalla faccia imbrattata di fuliggine,  generalmente vestiti con stracci, abiti vecchi, lenzuola o coperte, ma anche con  lunghi pastrani di orbace nero o con gambali di cuoio e vestiti di velluto,  abbigliamento tipico dei pastori barbaricini.
Alcuni fra  questi, gliIntinghidores, hanno il  compito di imbrattare con polvere di sughero bruciato,  "zinziveddu", il viso di coloro che incontrano lungo il  cammino; il gesto rappresenta il rituale d'ingresso  alla festa, di cui si accetta il caos e l'anarchia.

Il suono di un campanaccio dà l'avvio ai  festeggiamenti: una grottesca processione alla quale si accodano tutte  le persone che vogliono partecipare. 
Non esistendo  percorsi obbligati, il carretto viene fatto vagare per tutta la  giornata per le vie del paese; non esistono neanche  regole, perciò la gente può seguire il percorso, disperdersi in  gruppi, perdersi e rincontrarsi; ma sopartutto non c'è  separazione tra chi fa spettacolo e chi lo guarda. 

Intanto in piazza è  allestito un ricco banchetto e s'improvvisa, intorno al fuoco e  al suono della fisarmonica, "su ballu tundu"; alcuni  giovani vanno a questuare di casa in casa (di  solito dolci, frutta e pietanze varie); le maschere, in groppa ad  asini o tenendo al guinzaglio animali di ogni tipo,  gironzolano per il paese, mentre urla, canti  ritmati, strumenti occasionali e campanacci creano una forte confusione, tipica  di questa manifestazione. 

L'arrivo del tramonto segna  la fine di Don Conte che viene prima  giustiziato, poi bruciato e infine  gettato in una scarpata alla periferia del paese. Da quel  momento la comunità si riunisce intorno al ricco banchetto in un momento di  forte aggregazione sociale.
I festeggiamenti hanno fine a mezzanotte e con il  ritorno alla vita normale si ristabilisce l'ordine. 
info:
Associazione Turistica Pro  Loco 
via Sassari 1, Ovodda 
0784 549170


 














 
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